Le doparie: una proposta di democrazia partecipativa, dopo dieci anni di false partenze
Raffaele
Calabretta
Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Cnr, Roma
Apparirà su Aprile on line
Dopo il periodo dell’antipolitica, recentemente si è aperta una fase politica di partecipazione, di sommovimenti partitici, di proposte e di riforme. Nel frattempo crescono nella società segnali di disagio e di inquietudine (sicurezza, costo della vita, precariato…). Nel momento in cui i politici discettano in televisione di architetture elettorali e partitiche, servirebbe una proposta che avvicini finalmente la politica ai problemi quotidiani della gente. Questa proposta già c’è e si chiama le doparie, le primarie dopo le elezioni su temi e questioni di di governo.
Per spiegare la genesi e il significato della proposta, racconto brevemente la trama del romanzo “Il film delle emozioni” (Gaffi editore, 2007, seconda edizione) in cui è stata per la prima volta presentata, seppure in forma romanzata. Il romanzo si trova nelle librerie ma si può anche scaricare gratuitamente dal sito del libro ilfilmdelleemozioni.it (settemila persone l’hanno già fatto, dopo la presentazione in diverse trasmissioni televisive della RAI).
Il protagonista del romanzo ha 40 anni, si chiama Gabriele e fa il ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche. Gabriele fa parte del cosiddetto ceto medio riflessivo che tra il 2002 e il 2003, durante il secondo governo Berlusconi e dopo l’introduzione dell’euro, scopre di essersi impoverito, sia economicamente (non riesce a comprare casa), che culturalmente. E’ l’anno dello scoppio della guerra in Iraq, delle marce per la pace, dell’editto bulgaro di B., dell’epurazione dei giornalisti e della chiusura delle trasmissioni satiriche scomode (casi Luttazzi, Santoro, Biagi; Sabina Guzzanti, solo per citare quelli più famosi). Invece di starsene chiuso in casa a rodersi il fegato durante Porta a Porta, Gabriele, grazie agli studi scientifici che conduce sulle emozioni, indirizza correttamente la sua rabbia e cerca di modificare l’ambiente che gli è avverso: scende in piazza a Roma coi movimenti della società civile, collabora alla organizzazione del girotondo su scuola, università e ricerca, e scrive email di sensibilizzazione ai politici dell’opposizione per segnalare lo scandaloso innalzamento del prezzo delle case (ricevendone risposte cortesi ma inconcludenti). Dopo un intervento al teatro Quirino in un incontro organizzato da Andrea Camilleri e Nanni Moretti, Gabriele scopre l’esistenza a Trastevere della Casa delle Culture, un luogo politico particolare dove si sta stimolando l’unione di tutte le forze politiche e dei movimenti della società civile per contrastare le leggi ad personam del governo B. Gabriele partecipa alle riunioni politiche in cui ascolta i discorsi dei leader partitici e dei movimenti (Antonio Di Pietro, Pancho Pardi, Tana de Zulueta, Marina Astrologo, tra gli altri), ma intuisce subito che c’è la necessità di uno strumento che consenta ai movimenti di controllare i politici, dopo che quest’ultimi si sono presi i voti alle elezioni. Questa consapevolezza nasceva dall’esperienza del governo dell’Ulivo che dopo tanto entusiasmo tanto aveva deluso i suoi elettori, per la mancata legge sul conflitto di interessi, il fallimento della bicamerale, la caduta del governo Prodi e la nascita tra tante polemiche del governo D’Alema. In altre parole, Gabriele riflette sul fatto che se ci fossero state le doparie negli anni del governo Prodi, forse non si sarebbe arrivati al suicidio di quel governo di centrosinistra che innumerevoli speranze aveva ispirato nel suo elettorato. Che se ci fossero state le doparie negli anni del governo Berlusconi, forse la gente avrebbe potuto costringere il governo a contrastare l'aumento dei prezzi (per esempio chiedendo a gran voce il semplice obbligo del doppio prezzo, in euro e in lire).
A questo punto lascio il racconto della trama della libro, per arrivare rapidamente al periodo più recente. Le divisioni all’interno della maggioranza del secondo governo Prodi stanno deludendo nuovamente gli elettori del centrosinistra. La mancanza di strumenti di controllo dei movimenti sui politici ha provocato il rapido declino di movimenti come i girotondi e ha nuovamente lasciato gli elettori senza alcuna possibilità di inserire nell’agenda politica temi fondamentali e non più procrastinabili (anche alla luce delle intercettazioni sulla rete di controllo informativo RAI Mediaset) come la legge sul conflitto di interessi.
La grande partecipazione popolare che si è avuta in tre recenti occasioni (referendum tra i lavoratori per il pacchetto welfare, le primarie del PD, e la manifestazione del 20 Ottobre della sinistra sul precariato) dimostra che alla malapolitica e all'antipolitica si risponde efficacemente con la partecipazione democratica.
E' importante sottolineare che il maggiore distacco tra politica ed elettori avviene proprio dopo le elezioni, quando i politici tendono a dare poco ascolto a quello che dicono e vogliono i cittadini. Ed è proprio nel periodo dopo le elezioni che potrebbero agire le doparie, per colmare la distanza tra politica e problemi quotidiani dei cittadini. Le ricerche del prof. Frey di Zurigo dimostrano che la possibilità di incidere sulle decisioni politiche dei cittadini svizzeri aumenta la loro felicità nei cantoni dove è maggiore la partecipazione democratica, al di là del reddito percepito. Le doparie non servono per tirare fuori un programma. Né è possibile concepire una vita politica interrotta continuamente da referendum consultivi e propositivi sui temi più disparati. Le doparie possono essere utilizzate, invece, per consultare gli elettori dopo le elezioni, su temi fondamentali non previsti nel programma elettorale della coalizione, o su temi su cui dopo le elezioni non c'è accordo nella maggioranza di governo. O, nell’altro senso, possono servire agli elettori per imporre nell'agenda politica temi che sono vicini ai problemi quotidiani e a cui i politici non danno risposta.
L’utilità delle doparie potrebbe consistere nel rafforzare il sistema politico e migliorare la qualità della democrazia rappresentativa; convincere gli indecisi e i delusi della politica ad andare a votare; avvicinare la politica ai problemi quotidiani della gente; fornire ai movimenti strumenti di controllo sulla politica; aiutare gli eletti a non finire succubi delle dinamiche del potere; consentire alle persone comuni di realizzare una più costante democrazia partecipata; spingere i cittadini a interessarsi delle questioni pubbliche e a prendere decisioni coraggiose. Le doparie si possono immaginare come un istituto semplice e innovativo come quello delle primarie, e con una implementazione graduale. Come primo passo, dovrebbero essere gli stessi politici a indirle, per dare una qualche risposta alla crisi della politica.
Un esempio: la tassazione delle rendite finanziarie al 20% è una proposta che era nel programma di governo ma che spacca la maggioranza; con la sinistra che, dopo il successo della manifestazione del 20 Ottobre, la vorrebbe riproporre con più forza, e con i centristi che non ne vogliono sapere e minacciano la crisi di governo. Entrambi le fazioni dicono di avere il sostegno della pubblica opinione e una doparia su questo tema - in cui paradossalmente si chiede agli italiani di alzare le tasse invece di abbassarle - sarebbe ideale per fare chiarezza, prendere una decisione condivisa dall'elettorato, e rafforzare la democrazia rappresentativa. Altri esempi? La Tav in Val di Susa. L'obbligo del doppio prezzo dei beni di consumo, in euro e in lire. L'istituzione di un salario di disoccupazione. L'innalzamento dei fondi per la ricerca scientifica e per la cultura...
Ho già scritto sui giornali e detto in televisione che la parola “doparie” sembra strana e forse suona male e che però ha una duplice significato. Primo significato: il termine doparie mette in rilievo l’importante di una democrazia partecipativa che avvenga dopo le elezioni e non prima, come avviene con le primarie. Secondo significato: richiama il termine doping, però in questo caso il doping positivo: come il movimento del corpo, fa bene al cervello, la tesi è che i movimenti della società civile e la partecipazione democratica facciano bene alla politica. Quello che di più conta è che le doparie rappresentano una vera discontinuita rispetto alla vecchia politica, che oramai ha fatto il suo tempo. Il sito delle doparie continua a essere visitato anche oggi da ascoltatori di tutt'Italia, e continuo a ricevere numerose adesioni, tra cui Oliviero Beha, Gualtiero Rosella, Tana de Zulueta, Clara Sereni, Antonello Falomi, Mario Staibano, Mimmo Locasciulli, Clotilde Pontecorvo, Francesco Scardamaglia, Carlo Siliotto, Elio Veltri, Filippo La Porta, Clara Sereni, Antonio Di Pietro, Ammazzateci tutti ragazzi di Locri...
C'è anche uno slogan divertente: <<Doparie. Fatti di vera Democrazia Partecipata>>. C'è in giro qualcuno tra i partiti disposto a dargli vita?
Può un progetto scientifico sulle
emozioni trasformarsi in un movimento di felicità popolare?
Fai crescere la
tua felicità con la democrazia!
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on line delle doparie alla pagina
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Il
Pensatoio della Ricerca
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