Doparie.it
"fai
crescere la tua felicità con la democrazia"
Lettera aperta
ai candidati elettivi delle europee o amministrative
Venerdì 3 Aprile 2009
E' possibile immaginare
al momento due tipi di doparie, che si integrano tra loro:
- le doparie interne con gli iscritti sarebbero elettroniche,
più "dettagliate" e frequenti, per contribuire a costruire la linea
del partito.
- le doparie aperte si
rifanno alle procedure sperimentate con successo in Italia nelle due elezioni
primarie nazionali, e vogliono, come quelle, attivare un reale e benefico
movimento fisico di milioni di cittadini democratici, determinati e
attivi, che escono da casa, si recano ai seggi predisposti dai partiti, e,
dopo aver anche fatto la fila e offerto un piccolo contributo in denaro, si
riappropriano con entusiasmo del diritto-dovere di influenzare le scelte
politiche del proprio partito (o coalizione politica). Esse si
svolgerebbero - diciamo - una volta all'anno e sarebbero, come le primarie,
aperte a simpatizzanti (gli "esuli in patria") e a potenziali nuovi
elettori.
In
generale, le doparie avrebbero molteplici funzioni: rafforzare
il sistema politico e migliorare la
qualità della democrazia rappresentativa; convincere gli indecisi e i delusi
della politica ad andare a votare; avvicinare la politica ai problemi
quotidiani della gente; fornire ai movimenti strumenti di controllo sulla
politica; aiutare gli eletti a non finire succubi delle dinamiche del potere;
consentire alle persone comuni di realizzare una più costante democrazia
partecipata; spingere i cittadini a interessarsi delle questioni pubbliche e a
prendere decisioni coraggiose.
E' fondamentale ribadire che le doparie non hanno caratteristiche né di sondaggi
né di televoto (con i limiti evidenziati dalla letteratura scientifica),
ma necessitano di un fase dibattimentale di approfondimento e rispondono
a criteri organizzativi di serietà e trasparenza.
La funzione principale delle doparie è di aprire un canale di comunicazione tra gli attori della democrazia: i cittadini, che spesso non hanno le competenze per decidere ma che grazie al dibattito pre-dopario diventano più consapevoli; i politici, che senza il contatto cogli elettori rischiano di diventare leader mediatici e oligarchici; la libera informazione, che senza una buona politica ha difficoltà a rimanere libera e a informare correttamente; gli esperti, che possono avere una visuale parziale dei problemi. L’interazione continua tra questi attori della democrazia migliora la qualità della democrazia rappresentativa.
Perché: senza la cultura della democrazia non c’è rispetto della natura e delle altre persone (Ermanno Olmi, maestro del cinema); l’apatia è il nemico più insidioso della democrazia (Nadia Urbinati, studiosa di scienze politiche, riprendendo Tocqueville); la vita non fiorisce, l’esistenza non è piacevole senza rapporti genuini (improntati alla gratuità) con gli altri (Luigino Bruni e Pierluigi Porta, economisti). Le doparie entusiasmano perché permettono al cittadino di diventare finalmente protagonista della comunità in cui vive (Ugo Sansonetti, novantenne campione del mondo di corsa amatoriale).
Come mi ha scritto Antonio Schiavulli di Trieste, il diritto/dovere alla partecipazione deve diventare un valore di tutti i cittadini, di destra e di sinistra, conservatori e progressisti, come tutti i valori democratici che non possono essere che condivisi.
Le doparie sono, quindi, l’antidoto all'antipolitica, trasformano gradualmente la
delusione in vera e appassionante democrazia partecipata.
La coesione sociale, il bene comune e la felicità pubblica nascono da una
intensa relazionalità democratica tra cittadini, partiti, esperti,
informazione e istituzioni.
Ho già avuto modo di presentare le doparie anche al Festival della Scienza di Genova e in un convegno alla sede centrale del Cnr a Roma; sono in contatto con autorevoli studiosi francesci e americani (della Columbia University e della Università di Yale), interessati alla proposta.