Roma, 14 gennaio 2002

Gentile On. Cuffaro,

ho molto apprezzato il messaggio che gentilmente ha voluto inviarmi e soprattutto l’attenzione che continua a prestare alle problematiche che riguardano il sistema della ricerca scientifica in Italia.

Le assicuro che non c’è alcun bisogno di convincermi del fatto che durante la passata legislatura siano state avviate alcune importanti riforme del settore e poste le basi per un effettivo rinnovamento della struttura organizzativa degli enti pubblici di ricerca.

Bisogna avere anche il coraggio di ammettere che quelle riforme sono riuscite a incidere solo parzialmente sull’effettivo funzionamento di enti di ricerca quali il CNR (modalità di selezione del personale, opportunità di carriera, distribuzione delle risorse, ecc.).

Sarebbe troppo lungo elencare tutti i motivi di insoddisfazione che rendono più faticoso il nostro lavoro quotidiano di ricerca. La delusione dei ricercatori italiani forse dipende dal fatto che la tesi n° 69 del programma elettorale di Prodi del 1996 aveva alimentato molte aspettative e purtroppo molte di esse sono andate disattese. Solo per fare qualche esempio: perché non c’è stato il promesso ridimensionamento della direzione universitaria sugli enti di ricerca? Perché non è stato realizzato il tanto sospirato adeguamento dello status giuridico dei ricercatori a quello dei professori universitari? Perché si è aspettata la fine della legislatura per rinnovare un contratto scaduto da lungo tempo? …

Io trascorro spesso periodi di lavoro all’estero, in particolare alla Yale University, e collaboro con alcuni tra i migliori ricercatori americani (spesso di origine europea!). Questi ricercatori apprezzano la nostra ricerca e non riescono a capire come mai non venga valorizzato adeguatamente il patrimonio umano e culturale nonostante tutto ancora presente in Italia (vedi messaggio allegato del prof. Wagner della Yale University).

Le confesso che ultimamente sto prendendo in seria considerazione la possibilità di trasferirmi a lavorare all’estero, in uno di quei paesi dove il ruolo trainante della ricerca scientifica per lo sviluppo economico è un dato di fatto e non una utopia da sognare. Molti altri ricercatori italiani con i quali collaboro stanno valutando la stessa possibilità che, se realizzata, rappresenterebbe per il paese una perdita di conoscenze e competenze.

Come cittadino invece mi sembra più importante chiedermi se in un momento così delicato per la vita del mio paese, in cui il procuratore generale della Procura di Milano si difende dagli attacchi del potere esecutivo lanciando un disperato grido di incitamento alla resistenza, abbia ancora senso lamentarsi della scarsa attenzione che l’opinione pubblica riserva a un tema seppur centrale quale la ricerca scientifica.

La domanda che più mi ritorna in mente in questi giorni è infatti la seguente: il singolo cittadino può fare qualcosa per influenzare le decisioni politiche che vanno a incidere profondamente sulla sua vita? In altre parole: vale ancora la pena di perdere un poco del proprio tempo per informarsi, discutere e prendere iniziative per evitare che le decisioni importanti passino sopra la propria testa?

Nonostante tutte le delusioni e i segnali scoraggianti, la mia risposta è: SI!

Come primo passo concreto, ho sensibilizzato un gruppo di colleghi e creato un gruppo di impegno civile - un "think tank" - che ha come finalità principale quella di sensibilizzare sé stessi e l’opinione pubblica sui temi importanti che riguardano la società italiana e in particolare le politiche della ricerca.

Abbiamo creato un sito, Il Pensatoio della Ricerca (http://gral.istc.cnr.it/rcalabretta/pensatoio/), dove si possono trovare i link al dibattito parlamentare sull'art. 21 della finanziaria, e in particolare agli emendamenti che miravano a escludere gli enti pubblici di ricerca scientifica dalla possibilità di privatizzazione. Nel sito si possono trovare inoltre articoli, notizie e link che riguardano la politica della ricerca in Italia e all'estero.

Abbiamo provveduto infine a pubblicizzare il sito presso alcuni organi di partito e di stampa con l’obiettivo di sensibilizzarli su un tema spesso trascurato (mi saprebbe gentilmente indicare un sito web di partito dove almeno si accenni a questo tema? Io non sono ancora riuscito a trovarlo!).

La ringrazio per la cortese attenzione e la prego di tenermi informato sulle sue iniziative, riguardo alle quali assicuro fin d’ora il mio impegno nel quadro di una proficua collaborazione.

Con stima, Raffaele Calabretta

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----- Original Message -----
From:
Gunter P. Wagner
To:
appello_ricerca@virgilio.it
Cc:
Raffaele Calabretta
Sent: Monday, November 26, 2001 9:44 PM
Subject: open letter

OPEN LETTER TO THE PRESIDENT OF THE COUNCIL OF MINISTERS BERLUSCONI

Dear Mr President,

with this email I want to lend my strongest support to the letter signed by a large number of my Italian colleagues where they express their
concern over the proposed cuts in science funding.

Any great nation need the human and intellectual resources that are maintained and generated through the process of scientific research. I
would hope that you may agree that Italy deserves the benefit of its brightest minds in science rather than loosing them to other nations.

Sincerely Yours,

Gunter P. Wagner
Professor of Biology
Founding Chair of the Department of EEB
Yale University
New Haven, CT 06520-8106
USA

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Il Pensatoio della Ricerca   http://gral.istc.cnr.it/rcalabretta/pensatoio/